Si è svolto a Ronchi dei Legionari (GO), dal 10 al 14 luglio, il Major League Baseball Cadet Camp riservato alla categoria U15 baseball. Il camp, che ha visto la presenza della nazionale italiana di categoria, è stato solamente il primo evento del quarto Youth Italian Baseball Week, organizzato dalla società New Black Panthers. Una settimana di puro baseball giovanile, che si concluderà oggi domenica 16 luglio con le finali del memorial Enzo Novelli per la categoria U12 e Lauro Frosutto per il torneo U15.
Presenti a coordinare il MLB Cadet Camp Lucio Taschin, selezionatore MLB e coordinatore Progetto Team Italia Baseball, Dan Bonanno (European Development Consultant for International Baseball Operation) e Bill Bavasi, responsabile dello sviluppo tecnico della Major League Baseball. Proprio a quest'ultimo abbiamo posto qualche domanda:
Come valuta il tasso tecnico a livello giovanile in Italia?
Quello che ho potuto vedere è che esiste una tradizione molto forte legata al baseball. Ci sono molti giocatori dei quali essere fieri. In particolare questi che sto osservando, che sono molto giovani, mi hanno particolarmente colpito per il livello di gioco. Ci sono forse 2 o 3 quindicenni, gli altri hanno tutti 14 o 13 anni. Sono molto impressionato, davvero. Quello che abbiamo visto in pochi giorni è molto positivo. Sono qui da poco, ed è il punto di vista di un uomo solo, ma il baseball italiano ha molto potenziale.
In Italia esiste una rivalità storica con i Paesi Bassi. Come rapporterebbe il tasso tecnico italiano a quello olandese?
In Olanda ci sono delle leghe molto organizzate, ma non penso che il livello tecnico sia poi tanto differente. Non sono molto più avanti rispetto all'Italia. Per quanto ho visto durante il torneo delle accademie, il team Italiano ha giocato alla pari con tutti gli avversari. In Europa giocate un baseball molto interessante. Inoltre, adoro la rivalità che avete con l'Olanda.
Qual è l'approccio della Major League Baseball in Europa?
Negli ultimi due anni abbiamo cambiato un po' il modo di avvicinarci al baseball europeo. Prima eravamo molto più concentrati sui prospetti dai 16 ai 20 anni, ora spendiamo risorse umane e monetarie su ragazzi molto più giovani, ovvero quelli che stiamo osservando in questo camp. Ci concentriamo su di loro. Ci siamo espansi: abbiamo più camp in più regioni, in un'area più vasta, più ragazzi ai quali prestare attenzione. Vogliamo una base molto più ampia.
Il focus è quindi diventato mantenere vivo l'interesse per il baseball nei giovani, farli sentire coinvolti e far si che procedano nella giusta direzione. Francamente, la federazione sta facendo un buon lavoro nell'insegnamento dei fondamentali. Siamo molto contenti di come stanno andando le cose.
Quanto conta la fisicità di questi giovani prospetti?
Questi ragazzi non hanno un fisico particolarmente possente, ma possono solamente diventare più forti. Ci sono ragazzi molto esili, magri, ma il nostro lavoro è valutarne la potenzialità, proiettandoli nel futuro. Non possiamo giudicarli qui solamente in base alle performance del momento.
In questi giorni ci sono stati 3 o 4 lanciatori che sono stati colpiti duramente, ma si intravedono comununque delle potenzialità. Sono solo dei quattordicenni, ma hanno una buona base di meccanica e fisicamente possono solamente migliorare.
Quali sono quindi le caratteristiche fisiche che la MLB ricerca?
Per quanto riguarda i lanciatori, quello che guardiamo prima di tutto è l'altezza. Una palla che arriva dall'alto è molto più difficile da colpire di una palla di un lanciatore basso, che viaggia molto più "piatta" rispetto al pitcher più slanciato. Non devono proprio essere come Randy Johnson, ma chi può arrivare a 1.90 cm è decisamente più avvantaggiato. Per questo valutiamo il fisico prima delle altre cose, e non quanto venga colpito o quanto veloci siano i suoi lanci.
Differente il discorso per quanto riguarda i "position player": cerchiamo la potenza. Facciamo un esempio: i Cincinnati Reds hanno recentemente firmato Leonardo Seminati. Ha un ottimo fisico, può giocare in molti ruoli, esterno, prima base... Ma soprattutto ha molta forza, e per giocare nelle leghe maggiori devi essere potente.
Cambiando i criteri di ricerca, è cambiato anche il ruolo dello scout?
In realtà no, è cambiato semplicemente ciò che la MLB ci richiede: lavorare sui ragazzi dell'età che stiamo osservando, in modo che attorno ai 16-17 anni possano dimostrare la loro vera potenzialità.
Che cosa manca all'Italia ed ai suoi giocatori per sfondare?
Tempo. Solamente tempo. Negli States il baseball è sempre stato uno dei 3 sport maggiori, a partire dagli anni 30. In Italia non c'è una tradizione storica così radicata come in USA, ma con il passare del tempo e l'esperienza le cose miglioreranno.
Un'ultima domanda: quanto può incidere la presenza del baseball alle Olimpiadi per lo sviluppo del batti e corri?
In realtà le olimpiadi possono essere un'arma a doppio taglio per le federazioni. Ricevere i fondi per le olimpiadi vuol dire avere a disposizione più denaro. Bisogna porre particolare attenzione a non spendere questi soldi solo per vincere ed accedere alle olimpiadi, ma per migliorare il baseball. Certo, può essere considerato importante spendere il denaro ricevuto per qualificarsi al torneo olimpico, tutti gli stati vorrebbero partecipare, ma il focus dovrebbe essere quello di concentrare le risorse ottenute sui bambini attorno ai 6 anni, farli giocare e crescere, per poi spostare l'attenzione verso i ragazzi sui 16 anni. Concentrarsi sulla scuola, magari iniziando con la Wiffle Ball, a partire da 5-6 anni. Giocare qualcosa di "simile" al baseball, per far si che i ragazzi si appassionino. Qualsiasi cosa permetta loro di girare una mazza e lanciare una palla.
Da Ronchi dei Legionari, Andrea Andrian.